Il contratto di lavoro a chiamata o intermittente è quel contratto attraverso cui un lavoratore si mette a disposizione di un datore di lavoro per lo svolgimento di una prestazione di lavoro “su chiamata”.
Il contratto di lavoro a chiamata è stato introdotto in Italia dalla Legge Biagi del 2003 e può essere fatto quando si presenta la necessità di utilizzare un lavoratore per prestazioni a carattere discontinuo, il tutto scritto e riportato nella lettera di assunzione. Con la Riforma del Lavoro 2012 sono state introdotte diversi cambiamenti alla disciplina del lavoro intermittente.
Il lavoro a chiamata può essere applicato a circa 50 categorie di lavoratori tra cui si annoverano: custodi, guardiani, portinai, personale di sorveglianza, addetti a centralini telefonici privati, receptionist di albergo, camerieri, personale di servizio e di cucina negli alberghi, trattorie, esercizi pubblici in genere. Queste categorie sono simili a quelle per il lavoro discontinuo.
In molti casi è prevista anche un’indennità di disponibilità, che spetta la lavoratore in caso si impegni a restare a disposizione del datore di lavoro.
È previsto inoltre, in via del tutto sperimentale, per l’impiego di lavoratori disoccupati di età inferiore a 25 anni o di lavoratori licenziati di età superiore a 45 anni, iscritti nelle liste di mobilità o iscritti come disoccupati ai centri provinciali dell’impiego, oppure pensionati.
È inoltre ammesso il ricorso al lavoro a chiamata durante i fine settimana, le ferie estive e le vacanze pasquali e natalizie.
Al lavoratore con contratto a chiamata deve essere garantito, a parità di mansioni svolte, lo stesso trattamento normativo, economico e previdenziale riconosciuto ai colleghi di pari livello. Il trattamento deve ovviamente essere ridotto in proporzione al minore impiego del lavoratore, specie in riferimento alla retribuzione.
Sono proporzionatamente ridotti anche i trattamenti per malattia, infortunio, maternità e congedi parentali. Spettano invece per intero al lavoratore con contratto a chiamata sia l’assegno per il nucleo familiare che l’indennità di disoccupazione per i periodi non lavorati. Scopri anche i vantaggi e le differenze del contratto di lavoro a chiamata.
[Aggiornamento del 17/07/2017] Età e mansioni: ecco quali sono i casi in cui si può usare il lavoro a chiamata.