Nel lavoro a chiamata o intermittente (detto anche job on call), il lavoratore si obbliga, con la sottoscrizione del contratto, non a una prestazione determinata nella durata e nel corrispettivo economico, ma ad una disponibilità potenziale alle future prestazioni di lavoro richiedibili dal datore di lavoro determinando l’applicazione dei diritti e degli istituti tipici del lavoro subordinato.
Una volta sottoscritta una lettera di assunzione (dal link si può scaricare un modello), è bene sapere che questo contratto si differenzia rispetto al contratto di lavoro “ordinario” (tempo pieno e a tempo indeterminato), non tanto per una riduzione continuativa dell’orario di lavoro o per una predeterminazione della durata del vincolo contrattuale, ma dall’intermittenza della prestazione, alternata a periodi di non lavoro, o meglio, di disponibilità alla chiamata.
Al lavoratore con contratto di lavoro a chiamata o intermittente, spetta l’indennità di disponibilità nel caso ci si impegni a restare a disposizione del datore di lavoro. L’importo dell’indennità è fissato dai contratti nazionali.
Una volta attivata, la prestazione può concentrarsi in poche ore, ovvero avere una durata giornaliera pari all’orario di lavoro dei lavoratori a tempo pieno, fino a inglobare più giornate di lavoro.
[Aggiornamento del 17/07/2017] Età e mansioni: ecco quali sono i casi in cui si può usare il lavoro a chiamata.
2 Replies to “Contratto di lavoro a chiamata (o intermittente) – Vantaggi e differenze”
Come si deve gestire l'interruzione del rapporto di lavoro con un contratto a chiamata da parte del lavoratore?
Non ho trovato in nessun articolo l'obbligo di dimissioni con anticipo di tot giorni.
@zaffiro: rivolgiti ad un consulente per questo.