Recentemente la Corte di Cassazione è intervenuta con due sentenze molto importanti per tutti i lavoratori che cercano risposte sulla nullità del contratto a tempo determinato.
Sul blog avevamo già parlato del ricorso per licenziamento che dal gennaio 2012 deve essere effettuato entro 60 giorni. Qui cerchiamo di approfondire meglio l’argomento, dopo aver già parlato precedentemente delle dimissioni con il tempo determinato.
La prima sentenza sovverte in parte la questione dei termini per il ricorso. La Suprema Corte ha infatti chiarito che può essere assunto a tempo indeterminato il lavoratore che contesta la nullità del contratto a tempo anche dopo diversi anni dalla scadenza dello stesso.
Risulterebbero così irrilevanti il decorso del tempo e la riscossione del TFR da parte del dipendente per dimostrare, ai fini della risoluzione del contratto per mutuo consenso, l’assenso del dipendente (sentenza della corte di Cassazione n.5240/12).
Nella seconda sentenza invece viene affrontato l’aspetto della violazione delle norme in materia di sicurezza. Qui la Corte di Cassazione ha precisato che se il datore di lavoro non risulta in regola con quanto previsto in materia di sicurezza sul lavoro, qualora stipulasse dei contratti di lavoro a tempo determinato, questi dovranno ritenersi nulli per violazione delle norme in materia, con la conseguenza che i contratti si trasformeranno in contratti di lavoro a tempo indeterminato fin dall’inizio.
La Suprema Corte precisa, altresì, che dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla Legge sul Collegato Lavoro n.183/10, con il riconoscimento di un’indennità variabile da 2,5 a 12 mensilità (sentenza della corte di Cassazione n.5241/12).