
L’assegno di ricollocazione è stato introdotto con il riordino dei servizi al lavoro e delle politiche attive previsto nei decreti legislativi del Jobs Act e approvato il 4 settembre 2015.
Tra le novità introdotte, oltre al Patto di servizio, c’è l’assegno individuale di ricollocazione che spetta ai disoccupati che percepiscono la NASpI da più di quatto mesi. Per ottenerlo basta fare domanda nel Centro per l’impiego dove si è stipulato il patto o direttamente all’Anpal, la Agenzia nazionale per le politiche attive del Lavoro.
Il disoccupato può spendere questo assegno per avere un servizio di assistenza nella ricerca di lavoro. Questo servizio può essere richiesto nei Centri per l’impiego o in una agenzia privata accreditata. I termini per l’utilizzo di questo importo, una volto accordato, è di due mesi, pena la perdita dello stato di disoccupazione e quindi dell’indennità.
In cosa consiste questo servizio di assistenza? Affiancamento di un tutor che aiuterà il disoccupato a trovare un nuovo lavoro anche attraverso la partecipazione ad attività di formazione sempre coperte dall’assegno. Per quanto riguarda l’importo, questo è legato al profilo di occupabilità del lavoratore determinato all’atto della domanda.
La durata dell’assegno di ricollocazione è di 6 mesi, prorogabile nel caso in cui l’importo non è stato consumato interamente nei servizi previsti.
Per ora non ci sono informazioni dettagliate sugli importi, profili di occupabilità e sulle modalità attuative che verranno definite dall’Anpal alla sua partenza (1 gennaio 2016).
[Aggiornamento del 02/02/2019] Vista l’istituzione del Reddito di cittadinanza (DL 28 gennaio 2019 n. 4) l’Anpal ha comunicato che non è più possibile richiedere l’assegno di ricollocazione.
[Aggiornamento del 11/04/2018] Ha ufficialmente preso il via l’assegno di ricollocazione dal 3 aprile 2018: fino a 5.000 euro per i disoccupati.
[Aggiornamento del 20/03/2017] L’Anpal ha avviato la sperimentazione su 30mila disoccupati dell’assegno di ricollocazione.