A partire dal 15 ottobre 2021 tutti i lavoratori pubblici e privati dovranno esibire il green pass per poter accedere ai luoghi di lavoro. Questa è una delle novità più importanti del processo avviato dal Governo per incrementare sempre di più la percentuale di vaccinati in Italia, soprattutto tra gli over 50.
Andiamo a chiare il periodo temporale di questo obbligo. Nel decreto legge si parla del lasso di tempo che va dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021, giorno in cui dovrebbe cessare lo stato di emergenza.
Non vogliamo approfondire qui le modalità di erogazione del certificato vaccinale ma preferiamo dettagliare al meglio quali sono i lavoratori impattati da questa legge. Ad oggi qualsiasi dipendente, a tempo pieno o parziale:
è obbligato alla presentazione del green pass per poter lavorare.
Naturalmente la verifica è a carico del datore di lavoro ma le difficoltà ci sono. Nelle aziende si potrà per esempio procedere con la verifica ai tornelli, un po’ come viene fatto all’ingresso in mensa. Ma ci sono alcuni casi più complessi, come per esempio chi fornisce assistenza a domicilio ad anziani o portatori di handicap, oppure ai lavoratori delle ditte di pulizia nei condomini.
In linea generale i datori di lavoro entro il 15 ottobre dovranno definire le modalità operative per gli accertamenti sul possesso del certificato verde e anche indicare i soggetti incaricati per l’accertamento.
Cosa accade ai lavoratori che non hanno green pass? Questi saranno considerati “assenti ingiustificati” fino alla presentazione della certificazione che comprovi l’avvenuta vaccinazione o il tampone e durante questo periodo non sarà dovuta alcuna retribuzione. E’ bene sottolineare che non ci potranno essere licenziamenti per mancata presentazione del green pass. Naturalmente queste regole valgono anche in caso di smart working.
Per ulteriori approfondimenti potete consultare il Decreto Legge del 21 settembre 2021, n. 127.
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