E’ un tema sempre più in voga quello dello smart working o lavoro agile, soprattutto con l’arrivo del disegno di legge n.2233 legato alla Legge di Stabilità che porta notevoli chiarimenti su un argomento spesso poco chiaro.
Prima di approfondire temi specifici come requisiti, tempi, retribuzione è bene sottolineare come in Italia lo smart working ha iniziato a destare interesse a partire dal 2016, quando molte importanti aziende hanno iniziato ad applicare il lavoro a distanza sui propri dipendenti.
Tra le tante si possono citare Unicredit, Bnl, Vodafone, Fastweb, Nestlé, Intesa Sanpolo, Unilever e in ultimo Barilla, la prima a dichiarare di voler offrire il lavoro flessibile per il 100% del tempo. Infatti per gran parte della aziende che decidono di sperimentare questa nuova modalità di lavoro i tempi riservati al lavoro agile (da casa) sono nettamente inferiori a quelli in azienda. Almeno per ora!
Non esistono requisiti uguali per tutti: in alcune realtà conta l’anzianità di servizio, in altre la tipologia contrattuale (solo tempi indeterminati) o l’appartenenza ad alcune aree (impiegati) o categorie di dipendenti (lavoratori invalidi o madri). In linea generale dipende da come l’azienda recepisce e applica le direttive.
Anche i tempi dipendono dagli accordi tra lavoratore e datore di lavoro. Per ora il lavoro deve essere svolto prevalentemente in azienda e non a distanza. Parliamo in media di 1 o 2 giorni la settimana durante i quali si può lavorare da casa, anche se potrebbero essere solo poche ore o più giorni la settimana.
Normalmente la retribuzione non subisce riduzioni se si aderisce allo smart working. In base agli accordi interni invece è l’azienda che decide se concedere o meno il buono pasto. Mentre è escluso il riconoscimento degli straordinari, questi lavoratori non perdono nessun diritto in merito a premi di produzione o benefits in generale.
Chi vuole aderire al lavoro agile, soprattutto nel caso in cui questo sia destinato solo ad un platea ristretta di lavoratori (vedi sopra i requisiti), può fare liberamente domanda in base alle direttive aziendali (email o modulo da compilare). Generalmente la durata va da pochi mesi fino ad un anno, passata la quale vengono valutati gli effetti del lavoro a distanza e deciso se rinnovare l’accordo.
Chi desidera maggiori dettagli può leggere il disegno di legge n.2233 dove si trovano le clausole per il lavoro flessibile.
[Aggiornamento del 23/10/2017] Grazie all’approvazione della legge sul lavoro agile ora c’è più chiarezza sulle regole contenute negli accordi aziendali su orario, retribuzioni e molto altro.
[Aggiornamento 08/11/2016] Il testo della legge è stato approvato dal Senato, ora passa alla Camera.